Nani
 

 
Cenni Storici

Creature di Aulë, i Nani non appartengono ai cosiddetti Figli di Ilùvatar. Abili fabbri e minatori, sono attratti da tutto ciò che è prezioso. Dotati di una vita ben più lunga di quella di un Uomo, alcuni ritengono che alla loro morte i nani tornino alle rocce e alla terra da cui provengono in origine; in realtà Aulë ha riservato per loro un posto nelle Aule di Mandos.

Prima del risveglio degli Elfi e degli Uomini, desideroso di avere dei propri figli, delle creature proprie, di nascosto Aulë plasmò dal fango e dalla roccia sette esseri; essi erano bassi e tozzi, ma dotati di grande forza fisica e di un temperamento simile a quello del Valar fabbro. Erano i Sette Padri dei Nani. Le creature di Aulë, tuttavia, non possedevano la vita, essendo quella di conferirla un’abilità propria di Ilùvatar. Quest’ultimo acconsentì a donare la vita ai figli di Aulë, a condizione che questi si svegliassero dopo l’avvento degli Elfi. Per tale motivo i Nani sono anche detti i Figli Adottivi di Ilùvatar.
Aulë chiamò Khazad le proprie creature e diede un nome a ciascuno dei Sette Padri. Essi si risvegliarono in luoghi diversi della Terra di Mezzo ed ognuno fondò una propria stirpe.
Il maggiore, Durin, fondò la stirpe dei Sigin-tarâg o Lungobarbi e dimorò in Khazad-dum, più tardi conosciuta con il nome elfico di Moria, e fondò città presso i Colli Ferrosi, i Monti Grigi e la Montagna Solitaria, Erebor.
Dwalin e Thràr dimorarono entrambi presso i Monti Azzurri nelle città di Belegost e Nogrod; Bavor, Druin e Barin dimorarono nell’estremo est, precisamente presso le Montagne Gialle e nel regno di Ruuriik; Thelor dimorò nelle terre dei Chey, nella Terra di Mezzo centrale, al di là delle terre dei Variag.
Tuttavia fu la stirpe di Durin quella che ottenne maggior prestigio.
Ben prima dell’avvento degli Uomini avvenne il primo incontro tra Nani ed Elfi, i quali chiamarono gli strani esseri Naugrim ovvero i Rachitici, per via delle loro forme tozze e corte. Altri nomi vennero attribuiti dagli Elfi ai Nani: i Teleri li chiamarono Hadhodrim; i Noldor Casari; solo i Sindar continuarono a chiamarli Naugrim. I rapporti tra i Nani e gli Elfi, ed in seguito anche con gli Uomini, furono di reciproca tolleranza ricavando grandi profitti dai commerci. I Nani istruirono gli Elfi nell’arte della forgiatura dei metalli, ricevendo in cambio l’apprendimento delle rune e svariate commissioni.
Nel corso delle Ere, i Nani si diffusero un po’ ovunque nelle zone montuose della Terra di Mezzo, scavando ampie e ricche città sotterranee dove ammassavano i tesori rinvenuti nelle profondità della Terra.
A causa dei Silmaril, combatterono una guerra contro gli Elfi, e l’odio reciproco tra i due popoli durò a lungo, e forse tuttora non è del tutto estinto. Tra i più feroci nemici degli Orchi e dei Draghi che saccheggiavano le loro città e si impossessavano dei loro tesori, i Nani non vennero mai sedotti dall’Oscuro potere.

Aulë insegnò ai Sette Padri un proprio linguaggio, il Khuzdul, ricco di suoni duri e gutturali. La lingua dei Nani risulta particolarmente ostica per le altre razze, e in pochi sono riusciti ad apprenderla al di fuori dei Khazad, i quali preferiscono apprendere la lingua degli altri popoli piuttosto che rivelare i segreti del Khuzdul. Per la forma scritta della loro lingua, i Nani utilizzano l’alfabeto elfico Cirith.

Caratteristiche Fisiche:

Altezza:
Maschi 120 - 155 cm
Femmine 110 - 145 cm

Peso:
Il peso varia in proporzione con l’altezza; i Nani non supereranno mai gli 80 Kg poiché vi sarebbe una sproporzione fisica troppo grande.

I Nani presentano una corporatura bassa e tozza, caratterizzata da un grosso busto munito di corti arti ben piazzati, il volto burbero con naso grosso e sopracciglia folte. I capelli sono raccolti in trecce o tenuti sciolti sulle spalle, ed il loro colore varia da individuo a individuo a seconda delle stirpi. Molta cura hanno della loro barba, presente anche nelle femmine, che portano libera o raccolta in lunghe trecce e di cui vanno fieri.
Grazie alla loro conformazione, al basso baricentro che ne consegue, e alla notevole forza fisica, riescono a maneggiare con facilità armi molto pesanti quali asce e martelli.
Per la loro struttura fisica, l’agilità dei Nani è notevolmente ridotta rispetto a quella delle altre razze; quindi essi non riusciranno mai a fare grossi balzi ne altre prodezze atletiche.
Il vestiario cambia a seconda della personalità di ogni Nano.

Stile e Comportamento:

Amanti delle armi potenti e dalle grandi capacità devastanti, i Nani sono solitamente armati di pesanti asce o possenti martelli da battaglia.
Amano vivere bene, mangiare e bere a sazietà.
Orgogliosi, presuntuosi e a volte arroganti, odiano essere attaccati, sia fisicamente che con il semplice uso della favella, e il loro rancore può durare intere vite degli uomini.
Attratti da tutto ciò che luccica, soprattutto l’oro e il Mithril, si occupano della lavorazione dei metalli; esistono alcune “famiglie-fabbre” da generazioni, in cui i segreti dell’arte della forgiatura vengono tramandati gelosamente.
Taccagni e non molto espansivi con le altre razze (tranne specifiche di Clan), possono essere dei perfetti banchieri; attaccati alle cose materiali non avranno però una sfera spirituale particolarmente sviluppata.
I Nani si riuniscono in famiglie molto numerose; i Clan Naneschi possono comprendere centinaia di membri, ed ognuno di essi vanta discendenze (reali o presunte) con uno dei Sette Padri.
Solitamente l’adozione di un nuovo membro estraneo al Clan non avviene con fastose cerimonie ma naturalmente, col tempo, senza alcuna ufficializzazione se non un festino a base di cinghiale arrosto e barili di birra. I Nani sono molto gelosi delle loro femmine, a causa della rarità di queste ultime.

Citazione:

"Che le vostre Barbe crescano in eterno!"

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Nani delle Montagne Nebbiose

Discendenti di quello che fu il popolo di Durin di Khazad-dûm, poi conosciuta come Moria, uno dei regni più ricchi e potenti mai esistiti nella Seconda Era. La sua ricchezza non derivava tanto dall'abbondanza di minerali, preziosi e non, ma piuttosto da una caratteristica unica nella Terra di Mezzo. In quelle caverne infatti si trovava l'unica riserva di mithril esistente al mondo; non è un caso che il mithril venisse chiamato anche argento di Moria. I Nani ottenevano tutto ciò di cui avevano bisogno tramite il commercio del mithril.
La crisi di Moria avvenne a causa della cupidigia dei nani, che scavando in profondità alla ricerca di mithril, risvegliarono quello che sarà poi chiamato il flagello di Durin, un Balrog di Morgoth. Durin ed il suo popolo dovettero lasciare la patria a causa delle innumerevoli vittime e delle devastazioni causate dal Balrog, e vagare per varie zone della Terra di Mezzo. Svuotata così dai nani e scomparsi anche gli elfi che vivevano al confine occidentale, Moria divenne dimora di un gran numero di orchi.

Un tentativo importante per riconquistare Moria venne fatto da Balin, che guidando un gruppo di consanguinei rientrò a Moria e si proclamò re. Il tentativo fallì e tutti i nani vennero uccisi come si deduce dal libro che viene trovato vicino alla tomba di Balin dalla Compagnia dell'Anello durante il suo attraversamento delle miniere.

Dopo la morte del Balrog, agli inizi della Quarta Era, Gimli figlio di Gloin radunò i nani dispersi tra le Montagne Nebbiose ed iniziò una lenta e graduale rifondazione di Khazad-dum, non dimenticando di inviare ingenti fazioni di Nani a Minas Tirith ad aiutare l'amico Re Elessar nella ricostruzione della città.

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Nani degli Ered Luin

Discendenti di quello che fu il popolo di Dwalin di Belegost e Thràr di Nogrod, due stirpi che dimoravano nei Monti Azzurri, catena montuosa ad ovest dell'Eriador, i Nani degli Ered Luin hanno raramente partecipato alle numerose battaglie e guerre svoltesi nelle regioni orientali della Terra di Mezzo. Ebbero modo di sperimentare la crudeltà delle forze oscure data la loro vicinanza a quello che un tempo fu il Regno di Angmar, dimora nordica del Re Stregone che nella seconda Era pose fine allo splendore di Arnor.
A sud ovest i Porti Grigi, una delle ultime roccaforti degli elfi, da cui salparono per Valinor alla fine della Terza Era.

Contrariamente a quanto si addice alla loro razza, alcuni Nani si spinsero ben lontano dalle loro città nelle montagne, vagando per la Terra di Mezzo speranzosi di scoprire nuove pietre e oggetti preziosi, spesso spinti dalla bramosia di raggiungere Moria, richiamati dall'eco, quasi leggenda, della presenza di immense riserve di Mithril.
Tuttavia molti di loro, non esperti viaggiatori, si sentirono a disagio lontano dai Monti e si persero, finendo per deviare a sud-est, raggiungendo i Monti Bianchi dal lato occidentale, arrivando così ai confini di Gondor.
Parecchi si incontrarono e finirono per stabilirsi alle spalle del Monte Mindolluin. Inutile dire che ci volle poco per condurre le loro asce e le loro barbe ai cancelli di Minas Tirith.

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Nani dei Colli Ferrosi

Parenti stretti dei Nani delle Montagne Nebbiose, dopo essersi dispersi in seguito alla caduta di Khazad-Dum, raggiunsero un gruppo di colli situati nel nord-est della Terra di Mezzo di Tolkien, oltre la Montagna Solitaria, detti Colli Ferrosi, molto ricchi di minerali. Qui Dain II Piediferro fondò miniere e prosperose città sotterranee. Ebbero inoltre modo di allacciare rapporti con gli uomini di Dale, che abitavano alle pendici della Montagna Solitaria la città di Esgaroth, sul Lago Lungo.

Gimli figlio di Gloin inviò dei paggi affinché gli ambasciatori e i più abili fabbri dei Colli Ferrosi raggiungessero Minas Tirith in nome della nuova alleanza tra i popoli, dopo la Guerra dell'Anello.

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Nani di Erebor

Diretti discendenti dei Nani dei Colli Ferrosi, occuparono intorno all'anno 2900 della Terza Era la Montagna Solitaria, altresì chiamata Erebor, in seguito alla disfatta del Drago Smaug ad opera di Bard, arciere di Dale, popolo di contadini che abitava lungo le sponde del lago lungo.
Combatterono contro Orchi e Lupi, guidati da Thorin Scudodiquercia, assieme agli uomini di Dale, agli Elfi di Bosco Atro ed ai Nani di Re Dain II Piediferro nella famigerata Battaglia dei Cinque Eserciti, uscendone vittoriosi e riacquistando il dominio dell'Erebor.
In quella battaglia partecipò anche Bilbo Baggins, un hobbit pelopiedi della Contea il cui nome sarebbe diventato ben presto molto noto e pericoloso.

Molto gelosi della loro Montagna e dei loro tesori, i Nani di Erebor rifiutarono per la maggiore di inviare truppe a Minas Tirith dopo la Guerra dell'Anello, essendo loro stessi stati costretti a difendersi dagli attacchi dei Goblin e degli Esterling provenienti dall'estremo Oriente. I pochi che si recarono a Gondor lo fecero esclusivamente per mercanteggiare e speculare, per poi tornare con i profitti.