In principio era il nulla.
Nel vuoto c'era solo Eru, l'Uno, che in
elfico è Ilùvatar.
Poco dopo nella mente di Ilùvatar vengono
generati gli Ainur, non-esseri dotati di una splendida voce in grado di
intonare
canti magnifici. Per l'Uno questi crearono canzoni splendide. Essi
intonarono la
Grande Musica.
Da ciò il mondo ebbe inizio, poiché
Ilùvatar rese visibile il canto degli Ainur e questi lo videro come luce
nell'oscurità. Talmente bello che molti di loro si innamorarono di ciò
che
videro.
Ilùvatar allora, diede Essere alla loro
visione, cioè una sostanza fisica, la pose nel vuoto ed il Fuoco
Segreto, che
solo la mente dell'Uno aveva, diede vita al cuore del Mondo: fu chiamato
Eä.
Chi degli Ainur voleva, poteva scendere nel
Mondo e costruirlo, gli altri avrebbero retto il fianco ad Ilùvatar.
Così fu che i più volenterosi e potenti
scesero su Eä al principio del Tempo e videro che era spoglia e vuota.
Capirono
che era loro compito mettere in pratica e renderla come le canzoni
dicevano.
Così fu che ognuno di essi si specializzò e pensò a curare costantemente
il
regno in cui vive.
Con molte fatiche, data la vastità delle
regioni, gli Ainur riuscirono a completare ed a creare Arva, cioè il
Regno
della Terra. Solo ora, essi assnsero abito terrestre e vi andarono a
dimorare.
Tra gli esseri che discesero dalla mente di
Ilùvatar, quelli supremi che regnano in Arva, sopra gli esseri umani, ci
sono i
Valar ed i Maiar.
Passando piú nello specifico ai Valar, ecco come i testi antichi ne
parlano:
I Valar sono i più grandi tra
tutti i figli primi di Ilùvatar.
Valar in elfico significa:
Potenze di Arva.
Gli uomini spesso li chiamavano
Dei.
Sette sono i Signori dei Valar e
sette le Valier, le Regine dei Valar.
I nomi che andrete a leggere di
seguito, sono in lingua elfica, benchè ve ne siano altri a seconda delle
lingue.
Nel debito ordine, cioè a
seconda della potenze, dell'importanza e della conoscenza che ogni
Signore aveva
rispetto ai suoi pari.
Tra quelli che sono stati qui citati vi sono gli Artar, i Supremi di
Arva. Quelli superori a ogni essere, solo inferiori
ad Ilùvatar.
Erano Otto:
Manwë e Varda, Ulmo, Yavanna e Aulë, Mandos, Nienne e Oromë.
Manwë era deputato al controllo: doveva tenerli assoggettati al volere
di Ilùvatar.
Ve n'era un nono, nel gruppo, Melklor, ma fu tolto dal novero.
Manwë:
Manwë era fratello di Melkor nella mente di Ilùvatar.
Melkor, all'inizio del Tempo era il più potente degli Ainur, ma Manwë,
il fratello, era il più caro ad Ilùvatar ed anche quello che intendeva
maggiormente i propositi dello stesso.
Manwë era destinato ad essere il Re supremo di Arva, Signore di tutto
quanto vi vivesse.
Signore dei venti, delle nuvole e dell'aria, delle supreme altezze e
delle infime profondità, dagli estremi confini del Velo di Arva, alle
brezze che muovono l'erba. Adora i forti uccelli veloci, e li comanda.
Varda:
Varda è la Signora che dimora con Manwë.
Costei è la signora delle Stelle. E' splendida: la sua bellezza
trascende le umane parole, in volto ancora
e splende la luce di Ilùvatar. Rifiutò più volte Melkor, lo respinse e
si tirò addosso tutto il suo odio.
Manwë e Varda di rado si separano, l'uno con l'altra acquistano i più
grandi poteri. Si completano a vicenda. Le loro aule stanno più in alto
delle nevi eterne sulla Torre Oiolossë, sull'imponente montagna di
Tanquetil.
Quando Manwë si siede sul trono in tali aule ed è fiancheggiato da Varda
vede oltre ogni limite, non v'è bruma o ostacolo che i suoi occhi non
possano superare. Così è anche per le orecchie e l'udito di Varda, la
quale sente tutto, senza limite.
Varda è la più amata e riverita tra gli Elfi che la chiamano Elbereth.
Ulmo:
Ulmo è il signore del Mare.
Di potenza poco inferiore a quella di Manwë, dimora nelle più buie
profondità del Mare. Da solo. Non dimora mai nello stesso posto, ma ama
vagare per le sue acque. Raramente assume forma umana, poichè raramente
abbandona le sue terre. Quando ciò accade, il terrore si impadronisce di
chi ha la fortuna di vederlo uscire, egli infatti esplode
dall'acqua come una scura onda immensa, con in testa un elmo di schiuma,
e la cotta nera e lucente, il suo richiamo è una voce così profonda da
atterrire chiunque, dato che è ancor più potente e grave di quella di
Manwë.
Spesso Ulmo viaggia fino alle foci dei fiumi e con un enorme corno suona
una dolce musica che, una volta penetrata nelle orecchie, fa nascere nei
fortunati, un desiderio di mare irrefrenabile.
Aulë:
Poco al di sotto di Ulmo egli esercita il suo dominio su ogni cosa di
cui è fatta Arva.
Egli combatté al fianco di Manwë ed Ulmo, per preservare e costruire
Arva.
La plasmazione di tutte le terre è da attribuirsi a lui. E' un fabbro.
Maestro di tutti i mestieri, trae diletto da lavori di abilità: dai più
piccoli all'imponente creazione del Tempo.
Sue sono le gemme (che tanto adorano i Nani), l'oro bello da tenere in
mano, i monti ed i mari. Melkor, era geloso di tutto ciò e spesso provò
a distruggere tutto ciò che rea stato creato, ecco il motivo della lotta
che Manwë affiancato
da Ulmo dovettero affrontare insieme al Fabbro.
Yavanna:
Sposa di Aulë è la Dispensatrice di frutti.
Ama tutte le cose che crescono sulla terra e ne ha memoria di ognuna.
Dalle più piccole, alle più enormi.
Yavanna è amata e riverita quasi quanto Varda. Le sue forme variano:
spesso è stata vista girare nei boschi vestita di
verde, altre volte come albero al sole che irradiava i raggi del Sole.
Dagli Elfi è chiamata Kementàri: Regina della Terra.
Fëanturi:
Essi in realtà sono due fratelli. Entambi Signori di Spiriti.
Noti come Mandos e Lòrien. Benchè questi siano i posti dove essi
risiedono
Namo:
Egli è il maggiore e più potente dei due, dimora in Mandos, nella parte
occidentale di Valinor. E' custode della casa dei morti, è lui che
convoca gli spiriti del massacro.
Non dimentica nulla. Conosce ogni cosa che è stata e che sarà. Tutto,
tranne ciò che è nella mente e nel libero arbitrio di Ilùvatar.
E' preposto al destino dei Valar, ma le sue sentenze sono emesse solo su
comando di Manwë.
Irmo:
Il minore dei fratelli, è Signore delle visioni e dei sogni. I suoi
giardini stanno in Lòrien, affollati di molti spiriti e i più belli del
mondo.
Vairë:
Sposa di Namo è la Tessitrice. Tesse le reti di tutto ciò che mai è
stato nel tempo. Le aule di Mandos ne sono piene e più il Tempo passa e
più esse si espandono.
Estë:
Nota come La Gentile. Medica ferite e stanchezza. Grigio è il suo abito,
il suo dono è il riposo.
Di giorno non si muove, ma dorme su un'isola. Dall'unione di questi due
sposi, gli abitanti di Arva, traggono il meritato riposo che linda dalle
fatiche che essa porta loro.
Nienna:
Più potente di Estë, costei è la sorella di Fëanturi, dimora da sola.
Le è noto il dolore: ogni ferita sofferta da Arva a lei è manifesto.
Così grande fu la sua sofferenza quando Melkor eruppe sulla terra
devastandola. Ma essa non piange per se, chi la ode, apprende la pietà e
la capacità di perseverare. Le sue aule si trovano a occidente
dell'Occaso, ai confini del mondo. Le sue finestre guardando fuori dal
mondo.
Spesso va in visita alle vicine aule di Mandos, ma mai a Valimar, dove
tutto è letizia.
Essa sa trasformare il dolore in saggezza.
Tulkas:
Soprannominato Astaldo il Valoroso. Giunto per ultimo in Arva, il suo
unico scopo fu di aiutare la sconfitta di Melkor. Trae piacere dalla
lotta e dalle prove di forza.
Biondo e forte, non ha bisogno di destriero tanta e la sua potenza e la
sua velocità. Combatte con le mani.
A nulla vale come consigliere, poiché non si cura ne del passato ne del
futuro: solo come amico rimane fedele.
Nessa:
Sua sposa. Agile e piacevole. Ama i daini, che la seguono in folte
schiere per le selve. Corre velocissima coi capelli al vento. Ama
danzare. E' la sorella di Oromë.
Oromë:
Costui è un potente Signore. Meno forte di Tulkas è più spaventoso nella
collera.
Amava le contrade della Arva. Grande cacciatore di bestie enormi e
feroci, ama i cani i cavalli ed i boschi. Per questo motivo è noto come
Aldaron e, dai Sindar, Tauron, cioè Signore delle Foreste. Nahar è il
suo bianco cavallo, dal colore argenteo nella notte.
Valaròma, è il corno che suona simile ad un lampo. Era utile in
battaglia quando Egli chiamava i suoi seguaci alla lotta contro le
bestie i Melkor.
Vana:
La Sempregiovane. Sorella minore di Yavanna, la quale tra l'altro,
creava i boschi ove i seguaci di Oromë si addestravano alla caccia. Al
suo giungere cantano gli uccelli, ove passa e guarda nascono fiori.
Melkor:
Colui che si leva in possanza. Il più crudele, infimo e malizioso. Sin
dall'inizio della creazione di Arva, era sempre stato geloso delle
visioni e delle creazioni.
Avrebbe voluto il Regno della Terra interamente assoggettato a suo
volere.
Per far ciò si circondò di bestie ed animali immondi. Grazie ad essi,
prima che gli Artar si riunissero e lo sconfiggessero, aveva il dominio
assoluto su una grande fetta delle contrade della Arva.
Tali bestie non erano altro che Maiar deviati ed attratti da lui con
biechi inganni.
Tra questi è il Balrog o Valaraukar, ciè i Flagelli infuocati della
Arva.
Tra i suoi servi, il più forte tra i Maiar fu Sauron, ovvero Gorthaur il
Crudele. Il quale fu dei Maiar di Aulë, in principio, e continuò ad avere
gran seguito nella tradizione di quel popolo. Egli era meno perfido di
Melkor, solo perchè a lungo aveva servito un altro e non aveva potuto
fare ciò che desiderava. Compì azioni terribili per tutta la sua vita.
Melkor il Morgoth in Arva, fu quindi sostituito da Sauron l'Ombra di
Morgoth, il quale imboccò un sentiero in discesa sempre più ripido verso
il Vuoto.
I Maiar:
Giunsero assieme ai Valar anche altri spiriti del loro stesso ordine ma
minori, i Maiar.
Il loro numero è ignoto agli elfi e pochi di loro hanno nomi in una
lingua o elfica o umana.
I principali tra i Maiar di Valinor i cui nomi sono ricordati nella
storie degli Antichi Giorni sono i seguenti:
Ilmarë: ancella di Varda
Eonwë: alfiere e araldo di Manwë, la cui possanza nel maneggio delle
armi non è superata da nessuno in Arva;
Ossë: vassallo di Ulmo, egli è il signore dei mari che lambiscono Arva.
Non scende in profondità ma ama le coste e le isole e si delizia dei
venti di Manwë, infatti nelle tempeste egli gioisce e ride fra il
fragore delle onde.
Uinen: sposa di Ossë e signora dei mari, i cui capelli sono sparsi per
tutte le acque sotto il cielo. Tutte le creature che essa ama vivono
nelle salse correnti, e tutte le erbe che vi crescono; lei invocano i
marinai, poiché essa può giaceretranquilla sulle onde, placando il
furore di Ossë. I Númenoórean a lungo vissero sotto la sua protezione,
facendola oggetto di reverenza uguale ai Valar.
Melian: Maia che serviva sia Vána che Estë, a lungo essa visse a Lórien,
curando gli alberi che fioriscono nei giardini di Irmo, prima di
portarsi in Arva. Usignoli le cantavano intorno ovunque andasse.
Olórin: il più saggio dei Maiar. Dimorava anch'egli a Lòrien, ma spesso
le sue strade lo portavano da Nienna, da cui apprese pietà e pazienza.
Gli Elfi non lo citano mai nei loro canti perchè adorava girare tra di
essi invisibile o sotto forma di elfo. Più tardi divenne amico di tutti
i figli di Ilúvatar, per i cui dolori si impietosiva; e coloro che lo
ascoltavano si riscuotevano dalla disperazione e accantonavano le
immaginazioni dell'oscurità. |